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STORIE A LIETO FINE – RANDY

Randy era uno di quei gatti che non si lasciano avvicinare, presente ad ogni azione dei volontari perché curioso, ma preferiva “osservare da lontano”. Un bel gattone che sapeva farsi rispettare dai suoi simili, un boss praticamente! Rimasto in gattile per cinque anni per il suo carattere, era destinato a rimanere tutta la vita se Irene, una volontaria, non si fosse perdutamente innamorata di lui!

Fortunato Randy e fortunata Irene!

1. Ciao Irene, cosa ti ha spinto ad adottare un gatto timido con le persone, di quelli che non si fanno toccare? Perché proprio lui?

La storia che ha portato Randy a far parte della mia vita è stata un po` lunga. Ho iniziato a fare volontariato in gattile circa 6 anni fa e Randy è stato fin da subito un gatto che ho notato; che si faceva notare, più che altro, bellissimo e sempre pronto a rubare un po` di pappa da qualsiasi ciotola! Al momento della distribuzione del cibo era sempre presente, ma non si faceva coccolare né avvicinare molto, sempre sulla difensiva. Ogni tanto, quando era in relax, riuscivo ad accarezzarlo un po’, ma niente di più: un vero e proprio lupo solitario, sia con noi volontari sia con gli altri mici, con cui andava d’accordo, ma senza aver stretto particolari legami.

Circa due anni fa ha cominciato a manifestare sintomi di qualche problema a livello intestinale e abbiamo iniziato ad indagare e a tentare diverse cure. Per fare esami, somministrare farmaci e cibo specifico, abbiamo dovuto metterlo in gabbia per un certo periodo, e questo non ha fatto che peggiorare il suo comportamento: da gatto diffidente che se ne stava in disparte è diventato un micio arrabbiatissimo che soffiava e graffiava, stressato dallo stare rinchiuso. Purtroppo, in gattile non è facile dedicare un cibo specifico a un gatto libero e cominciavamo a disperare di poterlo aiutare. A quel punto avevo già pensato seriamente alla possibilità di portarlo a casa con me, per poterlo curare al meglio.

Un paio di anni prima sempre dal gattile avevo adottato Micia, a cui purtroppo è stato riscontrato un tumore dopo solo un anno che era a casa con me, probabilmente dovuto a un’enteropatia non curata in tempo perché Micia aveva cominciato a manifestare qualche sintomo troppo tardi. La perdita di Micia è stata molto dolorosa, e avevo paura di ritrovarmi nella stessa situazione con Randy, ma allo stesso tempo ero particolarmente sensibile alla situazione. Ciò che mi frenava ancora era il fatto che non riuscivo a superare quella barriera di rabbia che Randy aveva innalzato: avevamo anche provato a liberarlo in un piccolo recinto, in modo che potesse continuare le sue terapie e allo stesso tempo non fosse rinchiuso in poco spazio, e per un mese ogni altra sera andavo a trovarlo per provare ad instaurare un legame, ma senza successo e con sempre più frustrazione da parte di entrambi.

Così ho deciso di rischiare il tutto per tutto: approfittando di un momento in cui era addormentato in un trasportino, l’ho impacchettato e portato a casa con me! Nel viaggio verso casa cercavo di essere fiduciosa e continuavo a ripetermi che tutto sarebbe andato bene, che anche non fossi mai riuscita a coccolarlo non importava perché in ogni caso me ne sarei presa cura e sarebbe stato bene.

2. Da quanto tempo Randy è a casa con te?

Ho portato a casa Randy a metà febbraio dell’anno scorso; quindi, è con me da poco più di un anno. Sembra ieri e allo stesso tempo è come se fosse sempre stato qui!

3. Come sono stati i primi tempi di convivenza?

Appena arrivato ha passato un mese in una stanza dedicata solo a lui. Doveva continuare una terapia particolare sperimentale e dovevo tenerlo monitorato con attenzione. Inoltre, in casa avevo già altre due gatte e l’ambientamento doveva essere il più graduale possibile. Volevo anche aspettare si calmasse un po` prima di fargli conoscere il resto della casa e della famiglia. I primi due giorni è rimasto nascosto senza toccare cibo, spaventatissimo. I suoi occhi da arrabbiati erano ora terrorizzati, e anche se io ero molto triste per questo, sapevo che dovevo essere paziente e lasciargli il tempo per realizzare il cambiamento. A poco a poco ha iniziato ad uscire dal suo nascondiglio, prima quando io non ero in stanza per scappare appena entravo, poi rimanendo ad una certa distanza, ed infine avvicinandosi quando era il momento della pappa. Non osavo ancora toccarlo, ma la sua golosità ha aiutato molto a vincere la diffidenza e dopo un paio di settimane mi veniva ad accogliere alla porta quando mi sentiva entrare nella sua stanza.

Dopo un mese, ho deciso che era il momento di presentargli il resto della casa e soprattutto della famiglia: non riuscivo ancora a toccarlo, ma vedevo che era impaziente di uscire dalla sua stanza, così il 17 marzo dell’anno scorso ho aperto la porta e l’ho lasciato libero di esplorare. Dopo una mezz’ora ha fatto capolino con il suo adorabile muso, tutto il corpo in tensione e gli occhi in attenta osservazione. Ha esplorato le varie stanze e ad un certo punto si è imbattuto in una delle sorelle: appena l’ha vista i suoi occhi sono diventati letteralmente a forma di cuore e si è avvicinato con dolcezza…per ricevere in cambio una scontrosa ringhiata! Scena analoga con la seconda sorella: lui le si è avvicinato tutto felice e speranzoso, mentre lei è scappata a zampe levate! Povero Randy, non poteva sapere che aveva una sorella estremamente territoriale ed un’altra tanto spaventina!

4. Hai altri animali in casa? Ce li presenti brevemente?

Nella mia casa all’arrivo di Randy erano già presenti due gatte femmine, Mirtilla e Belle.

Mirtilla è con me da quando aveva due mesi e mezzo, una cucciola passata dalle zampe della sua mamma alle mie braccia. È una bellissima tigrata grigio scuro a pelo lungo, dolcissima e buonissima, con cui ho un rapporto di fiducia estrema, costruito fin da piccola. Ora ha quasi 7 anni, spaventina di carattere, odia i rumori e non ama molto il contatto con i suoi simili, sta a distanza dagli estranei, ma con me è di una dolcezza disarmante: ricerca in continuazione le coccole, mi dorme addosso, si fida ciecamente di me…è la mia bambina.

Belle invece è con me da circa 6 anni: arrivata da non si sa dove e incinta, ha deciso di partorire nel mio garage 4 splendidi cuccioli, che ho dato in adozione tramite ENPA, mentre lei è rimasta con me. È una micia tricolore calico, di taglia piccola. Una gatta indipendente, con cui ho un rapporto di parità, adora le coccole e dormirmi in braccio, ma ha anche il suo bel carattere e si fa capire con chiarezza a suon di morsetti e zampette, che con il tempo ha però imparato a modulare in modo rispettoso nei miei confronti. Appiccicosa con me ed estremamente territoriale con qualsiasi altro gatto! Con Mirtilla è sempre stata abbastanza rispettosa, probabilmente perché era già in casa prima di lei, e anche con Micia prima e Randy poi non è mai stata aggressiva come con altri gatti non di famiglia, però in generale non ama i suoi simili e pretende rispetto per i propri spazi.

La convivenza con Randy e le sorelle è stata ed è una sorpresa continua. Randy in gattile era abbastanza solitario, mentre delle sorelle si è follemente innamorato e le ricerca in continuazione: le chiama, le segue, ci si struscia addosso…fosse per lui ci dormirebbe avvinghiato, mentre loro cercano di fargli rispettare i propri spazi! Dopo i primi mesi, in cui si approcciava con irruenza (e sprezzo del pericolo, visto che riceveva zampate e soffiate in continuazione!), ha imparato ad avvicinarsi alle sorelle con dolcezza, e loro a concedergli una maggiore vicinanza, qualche riposino pelo contro pelo, un bacino ogni tanto, momenti di gioco a rincorrersi per casa. Hanno capito che è buono e che la sua irruenza è solo voglia di coccole, e lui ha trovato il modo giusto di approcciarsi, sia con Mirtilla sia con Belle.

5. Nel rapporto con Randy, cosa dai e cosa ricevi quotidianamente?

A casa con me e le sorelle, Randy si è letteralmente trasformato. Da quando ha avuto la possibilità di muoversi liberamente per casa, nel giro di pochi giorni ha iniziato ad avvicinarsi spontaneamente, dapprima imitando le sorelle, fino ad arrivare a cercarmi per le coccole e a dormirmi addosso a letto. Non ci credo ancora ed è una sorpresa continua: ogni giorno che passa vedo crescere la sua fiducia nei miei confronti. Gli ho dato tempo e rispetto, libertà e spazio, e lui è diventato un altro gatto: ora è sereno, tranquillo, coccolone, in salute (dopo vari tentativi, abbiamo trovato la dieta specifica adatta alle sue esigenze e dagli ultimi esami fatti è risultato in buona salute!). Mi aspettavo un gatto solitario, che sarei riuscita a stento a coccolare, indipendente anche nei confronti delle altre mie gatte. E invece, oltre ad essere appiccicoso con le sorelle, mi sta dando una fiducia a cui stento ancora a credere. Lo amo incondizionatamente e sicuramente lo sente: ogni notte dormo con i suoi dolcissimi 6 kg addosso, adora i grattini energici sotto al mento e le coccole, mi cerca e mi parla. La diffidenza rimane, se faccio un movimento brusco o mi avvicino in modo troppo irruento scappa ancora. Ma non c’è proprio paragone rispetto al gatto che era in gattile, non mi sarei mai aspettata tutta questa fiducia. È proprio questo che do a lui e che ricevo quotidianamente: fiducia.

6. Cosa comporta avere un gatto "spaventino"? Come ci si deve comportare?

I gatti, tutti, hanno bisogno di tempo e di spazio, di rispetto e di pazienza. Con un gatto “spaventino” ce ne vuole semplicemente un po` di più: bisogna saper aspettare, non affrettare i tempi, lasciare sia lui ad avvicinarsi spontaneamente, non forzare il contatto, avvicinarsi in modo gentile. Ci vuole dolcezza e comprensione: l’arrivo in una nuova casa, in una nuova famiglia, è destabilizzante e serve tempo al micio per ambientarsi, in modo graduale. L’ideale è dedicargli uno spazio preciso e limitato all’inizio, in cui il micio ritrova tutte le cose di cui ha bisogno e la possibilità di nascondersi e isolarsi se ne sente la necessita`: si può partire da una stanza dedicata, per poi fargli gradualmente scoprire il resto dell’ambiente e della famiglia. Pian piano si imparerà a conoscerlo sempre meglio, scoprendo che ad esempio adora giocare e allora gli si può proporre qualche pallina o topolino per fare amicizia, oppure qualche premietto se è goloso. Non c’è un comportamento preciso valido in ogni situazione, ma sicuramente non devono mancare il rispetto e la pazienza. E la serenità, perché i mici percepiscono chiaramente quando sono in un ambiente sereno in cui sono amati e rispettati.

7. Rifaresti la stessa scelta? Perché?

Assolutamente e mille volte si`! La trasformazione di un micio che da spaventino, magari anche aggressivo per difesa com’era Randy, diventa coccolone, è semplicemente qualcosa di meraviglioso. Vedere e sentire la sua fiducia che cresce, insieme alla sua serenità e al suo benessere, è qualcosa che ripaga di tutte le preoccupazioni. È difficile anche da spiegare, per quello l’unico modo è provarci e vivere la situazione! Adottate un micio spaventino, timido, uno dei tanti che in gattile diventano invisibili rispetto a chi è più esuberante: non ve ne pentirete!

8. Cosa consiglieresti a chi vorrebbe adottare un gatto ed è titubante?

L’adozione di un micio è un’esperienza meravigliosa: un gatto amato ricambia con affetto, coccole, attenzioni, presenza tutte le cure e l’amore. Un micio trasforma la quotidianità e la convivenza è una scoperta continua, fatta di conoscenza e adattamento reciproco, coccole e fusa, momenti di relax e di gioco, di tenerezza e di vivacità. Ci sono anche momenti di fatica, sicuramente, e bisogna essere consapevoli che ci si assume la responsabilità di un essere vivente che dipende quasi totalmente da noi. Non abbiate paura ad adottare, anche nel caso di un micio timido o spaventino: l’inizio potrebbe essere in salita, ma con pazienza a rispetto si raggiungerà quella fiducia reciproca data dall’amore e dalla serenità. La vita con un gatto (meglio ancora con più di uno!)  è un’esperienza che si può spiegare, solo da vivere.

Grazie!

I volontari Enpa Verona

 

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